Ma quanto piange 'sto pupo???

è la domanda che mi ha rivolto il mio vicino di casa, sette giorni dopo aver portato a casa suo figlio dall'ospedale. "Ma è normale che piangano così tanto?" neonato-piange.png I neonati piangono molto, soprattutto alcuni definiti "ad alta richiesta". Piangono tanto per le nostre orecchie soprattutto se non siamo pronti ad accettare due semplici e basilari concetti: - prima di tutto che è il suo unico modo di relazione - inoltre pretendiamo di rispondere al neonato come risponderemmo ad un adulto. Non ha fame, non ha freddo, non sta male...e allora??!? "Che ti urli?" ..."Rilassati!" Il neonato si rilassa, sì, ma in braccio e questo dobbiamo accettarlo se lo vogliamo sereno nei primi mesi di vita. Questo non perchè è viziato (!!!) ma perchè è stato programmato dalla natura in tal senso, e noi, se non vogliamo assecondare la natura, possiamo sicuramente riuscire ad allevare un piccolo che impari a non richiedere attenzione e contatto fisico ma ...a nostro rischio e pericolo. La fase "in braccio-addosso-a contatto" è fondamentale per il suo sviluppo psicofisico. Non facciamogliela mancare, quando sarà  sazio e sicuro di noi si staccherà  e avremo un bambino sano ed indipendente.
11 febbraio, 2008 scritto da 2
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A ciascuno il suo...latte

foca.png ...e, di conseguenza, il suo modo di allattare. Ogni specie di mammifero ha un latte diverso perchè la natura sa di che cosa ha bisogno e di coseguenza ogni mammifero adatta istintivamente alle proprietà  del suo latte il ritmo dell'allattamento. Gli animali erbivori, come le mucche e i cammelli, hanno un latte ricco di caseina che dà  un elevato senso di sazietà  perchè le madri devono allontanarsi per molto tempo per poter soddisfare il loro bisogno di cibo. Il latte delle foche invece è ricchissimo di lipidi perchè i loro cuccioli resistono in acqua fredda solo se hanno un latte ricchissimo di calorie. Noi abbiamo un latte molto diluito, povero di proteine e in particolar modo di caseina, a medio contenuto di grassi e molto ricco di lattosio. Anche le caratteristiche del latte materno ci dicono quindi che il cucciolo d'uomo è stato progammato per avere la madre a contatto pressochè continuo nei suoi primi momenti di vita.... e allora, non siamo certo noi a dover decidere a priori quando e quanto deve mangiare un neonato e ...una volta tanto: fidiamoci della natura!
05 febbraio, 2008 scritto da 2
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Dormire??! ...che sogno!

immagine-11.png Quante volte ho detto e sentito dire espressioni simili..anche a mamme di bambini non più tanto piccoli. I consigli si sprecano, le tecniche a abbondano e i piccoletti, diciamocelo continuano a fare quello che vogliono.. Ma tra i tanti consigli per i neonati quello più convincente ( e che ho visto all'opera) mi sembra quello del Dott. Karp famoso pediatra americano che da più di venticinque anni consiglia a mamme e papà  di non lasciar piangere i loro bambini ma di accompagnarli con pazienza nella prima fase della vita che è per loro la più faticosa. Harvey infatti sostiene che i cuccioli d'uomo nei primi tre mesi sono agitati e piangono spesso perchè stanno trascorrendo un periodo di passaggio tra il dentro e il fuori e che, perchè in loro scatti quello che lui chiama il "riflesso della calma", servono pochi ma precisi accorgimenti. Cosa avrà  mai scoperto? ....nulla! Ha solamente rivisitato i metodi applicati al sonno dei bambini da millenni: cullare, fasciare, usare suoni particolari.. e non trascurare mai il significato del pianto come mezzo di comunicazione. Il suo libro  è "MagicoSonno"  di Harvey Karp.
31 gennaio, 2008 scritto da 2
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a fior di pelle

immagine-9.png Avete mai visto un neonatino come sussulta se tenuto in posizione precaria dopo la poppata o come trema anche al caldo senza vestiti? I piccoli nascono con un precario senso dei confini e la loro pelle delicata è il primo confine che offrono al mondo..confine sensibile da proteggere ma anche una splendida sensibilità  con la quale le mani della mamma e del papà  possono entrare in contatto e in questo modo in relazione con il loro cucciolo. Toccare, massaggiare, accarezzare un neonato sono attività  piacevoli per noi ma splendide da vivere per il piccolo. Sentirsi accarezzato dà  al neonato un forte senso di contenimento, lo aiuta a imparare i suoi confini e ad introiettare dentro di sè di essere un'unità  "buona".
29 gennaio, 2008 scritto da 2
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Anche al bebè un po' di noia fa bene.

bebe-famiglia.jpg Gaia, 8 mesi passava tutto il tempo in cui non dormiva o non era a passeggio seduta in sala al centro di una miriade di giocattoli colorati, rumorosi e stimolanti. Ma non solo. Anche la sua mamma trascorreva le giornate all'interno di quell'universo, giocando con Gaia ed inventandosi mille giochi, canzoncine e cu-cu per non sentire la sua piccola urlare. La mamma non poteva fare altro che accettare di essere l'animatore esclusivo della sua piccola, appena si allontanava la dolce pargoletta si trasformava in una furia. Perchè? Cosa ha? Hai fame? Sonno? ...Non ti bastano i giochi? No, solamente Gaia non era stata abituata poco a poco al "vuoto attivo della noia", nel quale i piccoli scoprono il mondo ma ancor più se stessi: le mani, i piedi ..le ombre...e scoprono di essere distinto da chi lo accudisce. "L'oggetto ( che può essere inteso anche come il genitore) che si comporta in modo perfetto non è più che un'allucinazione" ( perde cioè il proprio "essere altro"). -Winnicott- Non ci si deve quindi stupire se un neonato inondato da un eccesso di cure diventa noioso.
21 gennaio, 2008 scritto da 2
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Cos'é il bonding?

piedini.png ...una parola difficile per una cosa tanto semplice e naturale..ma non sempre gestita con attenzione. Le prime ore dopo il parto servono a stabilire un primo contatto tra mamma e bambino, che così iniziano a conoscersi; il rappor- to che si crea in questi primi istanti viene definito anche con il termine "Bonding". Il bambino appena nato ti viene adagiato sul ventre oppure sei tu stessa ad accogliere il tuo bambino tra le braccia. Quello è il momento di godersi questo contatto in un ambiente di intimità , idealmente anche insieme al suo papà . Potrai accarezzare e osservare il tuo bambino appena nato, è un momento che ti si imprimerà  nella mente. Lascia che sia il neonato a cercare e quindi a trovare il seno, per farlo avrà  bisogno di tempo. Gli eventuali controlli del piccolo potranno essere effettuati anche lasciandolo adagiato sul tuo ventre. Anche la sutura di lacerazioni perineali non è un motivo per allontanare il bebè. Se dopo mezz'ora il bambino non si attacca al seno spontaneamente, potrai provare ad incoraggiarlo. Negli ospedali di oggi tutto ciò non è facile ma chiedere con fermezza che questo momento sia rispettato è un diritto di tutte le mamme.
16 gennaio, 2008 scritto da 2
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Il neonato e il "rotolino"

immagine-5.png Appena usciti dalla pancia della mamma i neonati hanno bisogno di ritrovare alcune sicurezze..di trovare una continuità  con l'ambiente appena lasciato.. Non è semplice perchè l'utero della mamma è quasi "il contrario" di ciò che lo aspetta fuori. Una delle cose che tranquillizzano i piccolissimi è la possibilità  di avere sempre dei confini attorno sè, proprio come nell'utero ogni volta che muovevano una gamba o allungavano un braccio toccavano la parete dell'utero. Un'accortezza semplice ed economica che possiamo avere per creare un ambiente accogliente per il neonato e nel quale non si senta sperso è farlo dormire in un ambiente piccolo, cosicchè lui muovendosi riesca con mani e piedi a toccare tutti i confini. A volte anche le culle pur essendo splendide sono grandi e i neonatini sembrano "nuotarci" dentro. Che fare? Semplicemente prendere degli asciugamani arrotolarli facendo dei salsicciotti che disporremo nella culla come a comporre un nido delle giuste dimensioni. Se non vi piacciono esteticamente potete anche metterli sotto il lenzuolino. Vedrete che il vostro piccolo starà  nella culla più sereno e piangerà  di meno.
14 gennaio, 2008 scritto da 2
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.....e se lo vizio?

neonato-urla-piccolo.png ...non immaginate quante volte mi sono sentita fare questa domanda. La cosa più curiosa è che questo dubbio non me lo pongono solo le mamme che vedono in me una pedagogista ma questa domanda se la pone anche la mamma che è in me. Impossibile essere più contorti di così. In effetti la questione non è semplice.Sostanzialmente dovete fidarvi dell'istinto materno e se questo non vi convince basta cercare delle fonti autorevoli. L'istinto ci dice "nella pancia" che quando un neonato piange va consolato. Niente di più perfetto: il piccolo deve imparare tutto e la prima cosa che deve interiorizzare è che la mamma c'è, che non è sparita dopo il parto, che c'è e ci sarà  sempre. Questa è la base per tutto, ma proprio tutto il resto, per la fiducia e la serenità  che si porterà  dentro per tutta la vita. Chiedere attenzione, chiedere contatto, chiedere la mamma non è essere viziato. Pian pianino la distanza aumenterà  e il piccolo va accompagnato lentamente a prendere distanza da un corpo che inizialmente addirittura non distingue dal suo, ma pretendere che un neonato se ne stia buono nella culla piatta e fredda è come chiedere ad un pesce di essere felice fuori dall'acqua. Se vi interessa approfondire l'argomento: http://www.psicoterapie.org/433.htm
10 gennaio, 2008 scritto da 2
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Benvenuti!

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UN ABBRACCIO CHE FA CRESCERE...
Per il neonato il momento del parto non è certo un divertimento...ormai si sa...e per la mamma tantomento!
I due hanno vissuto uniti, abbracciati per nove mesi ed ora dopo ore di dolori e ribaltamenti si separano di botto. Il piccolo da un luogo chiuso, stretto e caldo, con una tenue luce rosata, dal suono sordo e vibrante del cuore della mamma, dal liquido nel quale fluttuava che "sapeva di mamma" ...si trova in un attimo in un luogo terribilmente freddo, secco, aperto! La mamma pur stanca e stremata dal parto vuole il suo bambino, vuole vederlo, vuole conoscerlo, toccarlo, annusarlo, ri-conoscerlo. E il papà ? Spettatore attivo di questa magia della natura userà  le sue braccia e le sue forze per riunire i due principali protagonisti della nascita che hanno bisogno di lui più di chiunque altro.
Gli studiosi ci dicono che in questo primi istanti dopo la nascita si radica l'attaccamento tra mamma e bambino, quell'attaccamento "buono" quella sicurezza che il piccolo si porterà  dentro per tutta la vita. Questo è quello che definiscono il bonding.
Il bisogno di attaccamento non si esaurisce con i primi istanti. Il neonato cerca il contatto stretto con la mamma per i primi mesi di vita ed esprime questa sua necessità  come sa fare: piangendo. Un pianto che il più delle volte è scambiato per per fastidi, dolori, freddo...coliche! ..o ancora peggio per capricci! No, il bisogno "stare addosso alla mamma" nei primi mesi è vitale e necessario tanto quanto il latte...non è un vizio, statene certi.
 
"Il prototipo di tutto il prendersi cura del bambino è nel tenerlo in braccio" D. W.Winnicott
Lorenzo Braibanti, che ha portato in Italia il parto dolce sostiene che i primi mesi di vita sono da considerare come un periodo di esogestazione, un periodo nel quale il piccolo uomo attraverso il contatto con contatto con la madre completa il suo sviluppo psicofisico.
Ci crediamo. Va bene. Ma come fare ...come coniugare queste teorie con la vita reale delle mamme "normali", magari cittadine, magari lavoratrici..magari senza un aiuto esterno per tutte le incombenze quotidiane? Anche se siamo convinti che il piccolo ha bisogno di presenza, di contatto di braccia che lo cullino, lo contengano, lo facciano partecipe della vita intorno a sè dopo i primi quindici giorni di attenzioni particolari la vita della famiglia riprende quasi a pieno ritmo, soprattutto se ci sono altri figli.
...e allora?
Per tante mamme la soluzione è stata l'uso del marsupio a fascia, un marsupio profondamente diverso da quelli solitamente in commercio perchè permette di tenere addosso il bambino in modo confortevole e sicuro dai primi istanti di vita fino, volendo ai due-tre anni. Inizialmente il piccolo viene portato in posizione "fetale", a bozzolo, in una posizione perfettamente ergonomica simile a quella che aveva nel ventre materno...fino ad arrivare ad usare la fascia solamente come mezzo di trasporto, magari per portarlo sulla schiena a tre anni in una passeggiata in montagna! Sempre con la stessa fascia dell'inizio, la sua fascia.
...e ne faremo dei bambini viziati, "appiccicosi"?
tutt'altro!
Un bimbo che può sviluppare un buon legame corporeo con la mamma, rimarrà  un soggetto positivo, indipendente e con piena fiducia in sè stesso. Viceversa un bambino che si è visto negare il contatto di cui aveva bisogno non può sciogliere i legami di cui non è sicuro e continuerà  a richiedere contatto e sicurezza.

"Solo un bisogno soddisfatto è un bisogno superato"

05 gennaio, 2008 scritto da 2