Marsupio Terapia e Portare con la Fascia

Spesso i termini si confondono, ma le differenze sono notevoli anche se la teoria di partenza è la stessa: il contatto con l'adulto di riferimento è benefico per il neonato e il bambino. La Kangaroo Mother Care  è una pratica di cura ospedaliera che si utilizza sempre più  spesso con i bambini prematuri. Questa tecnica è stata proposta per la prima volta nell'ospedale di Bogotà , in Colombia, negli anni '70. I suoi principi cardine sono il contatto pelle a pelle continuo e prolungato tra neonato e genitore, la staticità  e il fatto che soltamente viene proposto in periodi di tempo ben precisi. La KMC è consigliata per farorire l'empowerment della madre e del padre nei conforonti del loro bambino ma anche in quanto vero e proprio atto di cura nei confronti dei prematuri. I neonati nati prima del termine che fanno quotidianamente la KMC stabilizzano più velocemente i loro parametri vitali, hanno meno bisogno di aiuto respiratorio e aumentano di peso più velocemente. Portare il bambino con la fascia può essere una continuazione ideale e un completamenteo della KMC in quanto i genitori possono continuare ad utilizzare la tecnica imparata fino a quando loro e il loro bambini ne sentono il bisogno. L'utilizzo della fascia inoltre si differenzia dalla KMC per la presenza del movimento. Questo non è solamente una  possibilità  di libertà  maggiore per chi porta. Il movimento fa ritrovare al bambino che sta nella fascia delle sensazioni molto simili all'esperienza dentro il ventre materno. Per i neonati godere di un movimento continuo e ritmico, come quello di una camminata, stando all'interno di un ambiente stabile e sicuro, come in una fascia, è un momento di grande relax nel quale si possono godere tutti gli stimoli provenienti dal corpo di chi porta.
16 ottobre, 2011 scritto da Raffaella Doni
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Cosi' calmo il mio bambino

A tutte le mamme piacerebbe dirlo... Alcune sono più fortunate di altre, altre hanno bambini più agitati e più inclini al pianto. Non è però solamente questione di fortuna. Alcuni neonati vivono i loro primi mesi in uno stato beato di serinità  e appagamento, regalando sorrisi e facendosi delle grandi dormite. Altri sono "come una barchetta a remi in mezzo all'oceano...un minimo di vento può sconvolgere la loro pace instabile". Tutti hanno consigli e ricette e i genitori dei bambini più agitati rischiano di esserne travolti. Christine Rankl nel suo ultimo libro analizza con cura e precisione differenti metodi e teorie e può essere un' ottima bussola per i genitori. Ciò che non ci stancheremo mai di ripetere è che il pianto è un segnale comunicativo, il più incisivo e significativo  che la natura ha donato ai neonati. Ignorarlo non può essere considerato un metodo per affrontarlo. Mai!    
29 settembre, 2011 scritto da 2
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Neonato: se nulla funziona, si puo' ricominciare.

Alle volte basta proprio poco, per cominciare di nuovo! L'altro giorno ci ha chiamato Chiara, mamma del piccolo Roberto di due mesi e mezzo. L'abbiamo incontrata in uno degli incontri che facciamo per le neo mamme e ai neo papà . Voleva ancora qualche informazione, ma poi ci ha detto: "grazie..., anche io ero una di quelle mamme che aveva letto di tutto, che pensava che tenere in braccio il mio bimbo voleva dire viziarlo. Ascoltarvi, mi ha fatto bene, voglio provare a ricominciare e vedere se con il mio Roby le cose vanno un po' meglio, sai all'inizio che fatica, ma adesso ci riproviamo!". Grazie a te Chiara per la franchezza, è difficile dire "forse ho sbagliato qualcosa, ricomincio!", e per il tuo coraggio. Già , gli inizi sono sempre difficili. Ogni neo genitore se pensa all'inizio con i suoi i suoi figli non può che sottoscrivere questa affermazione. Le parole non bastano per dire la fatica e lo scombussolamento che i nostri piccoli portano nella vita quotidiana. Diventare una mamma o un papà  per la prima volta è un'esperienza travolgente, ma anche ridiventarlo non è assolutamente scontato, perchè tutto riparte. Quando le cose non vanno quindi, è utile e molto intelligente dirsi "Riparto!". Ogni neonato è a sé e spesso ascoltando lui e se stesse si trovano le soluzioni migliori.  
28 agosto, 2011 scritto da 2
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Un neonato, mille domande, mille dubbi, mille consigli: una sola soluzione

Pannolini da cambiare, pianti disperati, risvegli notturni, un corpicino così minuscolo da imparare a conoscere e abbracciare e poi le tremila domande: come starà ?, avrà  caldo?, avrà  freddo?, come lo vesto?, lo svesto?, avrà  fame?, avrà  sete?, lo vizio se lo prendo in braccio?, lo porto con la fascia o lo lascio giù? e… ancora ancora ancora domande e dubbi. Per sopravvivere, ad un certo punto uno inizia ad ascoltare tutti, tutti i consigli, le critiche e le dritte di tutti coloro che con piacere le affidano ai neo genitori. E' un dato di fatto, quando si vede un bambino piccolo o una bella panciona tutti, e proprio tutti, si sentono autorizzati a dire e dirti come si deve fare per crescerlo al meglio. Dal droghiere al pediatra, dalla amica al neo nonno, tutti si trasformano in pedagogisti certi e sicuri. E poi i libri: biblioteche e librerie sono piene zeppe di libri sui più piccoli. Alcuni promettono "ricette" facili e veloci per far mangiare, far dormire, far ubbidire, non far piangere il tuo piccolo "diavoletto", altri non si capisce bene neanche cosa dicano. Fatto è che se uno legge un po', spesso, piuttosto che chiarirsi le idee se le confonde. E tu, che già  sei travolto da tutto questo cambiamento vai in crisi, ci provi e nulla sembra funzionare, tu perdi la serenità  e anche il bimbo... e la frittata è fatta! Basta. Fermati un po' e cerca solo di entrare in sintonia con te stessa e poniti questa domanda: come posso far star bene il mio piccolo e come posso stare bene con lui. Cerca sul territorio delle persone e dei luoghi e delle iniziative che possano sostenerti, senza dirti cosa devi fare, ma semplicemente ti accompagnino, ma soprattutto ritrova la fiducia nelle tue capacità  di mamma o di papà  e impara dirti e a dirvi semplicemente "sono qui, piccolo, qui con te".
31 luglio, 2011 scritto da 2
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Neonati: una meraviglia della natura

                    Ecco come la natura ci sorprende! Prendete un neonato e la sua mamma. Si conoscono da nove lunghi mesi ma stanno iniziando una nuova avventura l'uno tra le braccia dell'altro. Sembra magico, romantico, pensare ai primi istanti di vita di un bebè… ma la natura ci mette lo zampino e fa in modo che nulla sia lasciato al caso. Come? Provate a guardare il sito di breast crawl. Tutti i neonati posti sull'addome della madre subito dopo la nascita, hanno la capacità  di trovare il seno materno da soli e di decidere quando prendere la prima poppata, questo è il breast crawl. Con piccoli movimenti i neonati riescono a spingersi verso il seno ciucciandosi le manine (che devono essere lasciate bagnate mentre il resto del corpo va asciugato) che conservano il sapore del liquido amniotico e lo conducono verso il seno che produce un latte dall'odore e sapore simile. Arrivano a poppare entro 45- 60 minuti dalla nascita. Sfatiamo il mito che i neonati siano una tabula rasa e che non si rendano conto di ciò che avviene dopo la nascita… hanno in loro migliaia di anni e un forte istinto di sopravvivenza che li portano a compiere veri e propri prodigi!  
18 luglio, 2011 scritto da 2
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parole di mamma...

"...appena c'era da vedere qualcosa di bello, subito essa era impaziente di mostrarlo a lui; sorgeva la luna, e subito lei correva a prenderlo in braccio, per portarlo davanti alla finestra dicendogli:"Carminiè, guarda. Guarda la luna". Elsa Morante, L'isola di Arturo Le mamme e i papà  parlano, sussurrano, cantilenano ai loro neonati. Quando entrano in questo linguaggio la loro voce tocca una tonalità  più alta del solito e assume un andamento quasi musicale. Naturale, istintivo e benefico. Tutte  queste parole d'amore  fanno bene, hanno un effetto calmante, quasi ipnotico perchè sono in grado di giungere a quelle zone del cervello che presiedono alle emozioni. Lo sapevano già  le nostre nonne, i nostri avi che si sono tramandati canzoni, filastrocche e cantilene. Ora addirittura lo conferma una ricerca condotta in Giappone nel reparto di neonatologia: soltanto il Motherese, con il suo tono specifico è in grado di sostenere lo sviluppo emozionale del bambino, anche nel sonno. Qualunque contenuto, basta un tono d'amore.
10 settembre, 2010 scritto da 2
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troppo presto, piccolo mio!

E' vero che durante la gravidanza uno dei sogni più ricorrenti è vedere finalmente il faccino del proprio bimbo...ma nessuno si augura di vederlo troppo presto. A volte succede e in Italia, purtroppo, succede sempre più spesso. Ad oggi quasi il 10% delle nascite avviene prima della 37° settimana. Dalla 24° settimana un bimbo che nasce è considerato un prematuro e le possibilità  di vederlo crescere aumentano di giorno in giorno. Gli ospedali italiani, sempre più all'avanguardia a livello di ricerca, ora cominciano a prendere in considerazione il fatto ( dimostrato da anni da ricerche scientifiche)  che i bimbi così piccoli non hanno solo bisogno di farmaci e terapie ma anche di coccole, carezze e ninnenanne. In Italia si sta  lavorando molto per dare ai piccoli e ai loro genitori il sostegno e la cura di cui hanno bisogno in un momento così delicato della loro vita. Il ruolo maggiore lo hanno, per ora, le Associazioni di Genitori, le Cooperative e il volontariato... "Noi di Mammarsupio", cioè la Cooperativa Focus, sta lavorando ad un progetto dal titolo "Un abbraccio che fa crescere": un sostegno ai genitori nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale con l'obiettivo di dare valore alla "cura affettiva" del neonato prematuro come parte integrante della terapia. Lo abbiamo già  presentato a diversi ospedali italiani e abbiamo riscontrato un ottimo successo. ...ora servono solo soldi :) Avete qualche eredità  che vi ingombra? La trasformiamo noi ! ...in bimbi più sereni e mamme sorredenti!
06 maggio, 2010 scritto da 2

Ti telefono io!

Immagine 1...niente di più facile. Una telefonata al giorno alle mamme che hanno appena partorito e, dopo le luci della ribalta dei primi giorni, rimangono a casa a impazzire tra pianti e tuta da ginnastica. Semplice no? Semplice se lo facciamo ad una cara amica con la quale abbiamo condiviso la gravidanza, non così immediato quando ci "sforziamo" di farlo con una conoscente. A volte sembra forzato...a volte ci viene da pensare: cosa gli dico? Cosa mi intrometto a fare?" Eppure serve! Quattro chiacchiere al telefono per una neomamma servono per chiedere un consiglio "sciocco", per condividere una paura, per raccontare come è andata la notte...e fa sentire meno sole. Serve così tanto che l'Associazione Nascere in Casa di Torino l'ha trasformato in un progetto di richiamata telefonica dopo il parto. Ottimo...a volte per scacciare la solitudine basta due parole di qualcuno che ha pensato a te!
26 novembre, 2009 scritto da 2

Sorrisi e Lacrime per un Eroe

Federico, nato a 27 settimane di 420 grammi. Un miracolo di vita, mesi di sofferenze, attimi di gioia...e una vita davanti tutta da vivere! Leggere il libro scritto dal papà  e la mamma di Federico è a dir poco emozionante. E' emozionante per tutti ... ma ancor di più per chi ci è passato. Chi ha vissuto l'esperienza della prematurità  non lo dimentica ma rivivere passo passo tutta la vicenda è a tratti dura, ma ti riporta indietro di anni, ti fa riprovare il senso di vuoto delle "montagne russe" che provi quando alterni per giorni, per mesi una successo ad una desaturazione, una poppata ad aun valore sballato. ...e ti ritrovi a piangere, dopo anni. Probabilmente le mamme e i papà  dei prematuri, presi in un un vortice di adrenalina, non si danno il tempo per piangere. Ma piangere serve, anche dopo anni. Leggetelo! Immagine 3
12 ottobre, 2009 scritto da 2

Coccolateveli!

La prossima volta che sentite una Nonna Qualunque dire ad una Mamma Qualunque: "Mettilo giù che lo vizi" fatele leggere questo articolo: USA, SPOPOLANO I PARTY DELLE COCCOLE Adulti che si incontrano per "coccolarsi" senza un fine sessuale, così per il puro bisogno di contatto. Ma vi pare? Non si potrebbe pensarci prima?? Il contatto fisico, le carezze, i massaggi, l'essere tenuto in braccio, nutrono il bisogno di amore e sicurezza del bambino...Inoltre creano in lui la capacità , una volta adulto, di dare e ricevere contatto fisico nella giusta modalità  e all'interno delle giuste relazioni. Immagine 2
04 settembre, 2009 scritto da 2